Ne ho conosciute di persone famose.
In sogno, ho conosciuto i Queen al completo. Li ho incontrati diverse volte e abbiamo mangiato insieme un gelato da Zampolli, in viale, a Trieste. Dopo, hanno chiuso Zampolli, ci hanno messo un Burger King e non ho fatto più quel sogno.
A ventiquattro anni invece, nel giugno del 2001, con tre altri giovani giornalisti del giornale di Studenti.it, bevemmo un latte di mandorla a Milo, in Sicilia, sull’Etna, assieme a Franco Battiato.
Il latte ce lo servì Sahib, il tuttofare della casa. Un gatto si aggirava tra noi e il Maestro. Tra una parola con noi e un’altra, Battiato trasalì: «Clemente!!! Scendi giù dal divano! Guarda che ti rispedisco nei giardini della preesistenza!». Secondo la voce del padrone, il micio avrebbe avuto l’anima di un cane e in una vita precedente sarebbe stato una donna. Battiato ci confessò di saper cucinare a malapena: «l’unico piatto degno di menzione è la pasta ai quattro formaggi, ma non immaginate chissacchè!».
Ci accolse, credo, perché era curioso di vedere com’erano quattro ragazzi che scrivevano per gli studenti di tutta Italia. Ci accolse come fosse lui l’ospite, pieno di premure, con delicata attenzione, per non disturbare la nostra inesperienza. Conobbi quello che è stato un grande musicista della mia vita, di cui ricordo note fin da bambino, il primo concerto visto con i miei genitori, altri meravigliosi spettacoli e canzoni cantate e amate senza ritegno assieme a persone a cui voglio bene.
Come ad altri famosi che intervistammo in quegli anni, anche a lui chiedemmo se fosse felice. Rispose così: «sono legato alle condizioni naturali dell’esistere. Così posso aprire la finestra, vedere un tempo nuvoloso e ricollegarmi ad ebbrezze – odori, profumi – dell’infanzia. In questo modo tutto il resto svanisce, anche le cose turpi e violente. In realtà la mia vita non si nutre della comunicazione con gli umani, ma conta di più la realtà più intima».
[Della casa di Battiato, pare, ne faranno un museo. La giovane intervista a Franco Battiato di Luca Mirone, Marco Occhipinti, Lorenzo Effe e il sottoscritto la trovate qua]